Aleandro Rudilosso

Il ricordo migliore che abbia ricevuto Aleandro, tra le mille cattiverie mediatiche che si sono dette contro di lui. 
Ho corretto solo l'età, lasciando qualche inesattezza per non cambiare il senso è contenuto di Saverio Tommasi, blogger e giornalista di straordinaria bravura.  
Si chiamava Aleandro, studiava arte e si è ucciso nei giorni scorsi. Aveva 15 anni, Aleandro, e abitava a 15 chilometri da Siracusa. Quella che vedete è la sua foto, di spalle, perché aveva un bel viso ma le spalle e il mare mi piacciono di più.
Un paio di giornali hanno scritto che Aleandro non aveva i soldi per comprare gli attrezzi da disegno che avrebbe dovuto portare in classe, il giorno dopo. 
Secondo altri giornali, e io credo di più ai secondi, Aleandro era gay e non aveva più voglia di sopportare le spade che ogni giorno lo trafiggevano. 
E così Aleandro ha legato una corda alla ringhiera, l'ha stretta intorno al collo e si è lasciato cadere.
Il prete che nell'omelia l'ha salutato dicendo  cose dubbie, io invece vorrei dirne una su cui potrete non essere d'accordo, ma almeno spero sia chiara.
Secondo me quando uno s'ammazza la notizia corre in Cielo e San Pietro s'affaccia alla porta del Paradiso per riscontrarlo all'arrivo, come fanno le nonne con i nipoti quando vengono a pranzo, che non vedono l'ora che il nipote arrivi per sbaciucchiarlo un po' e chiedergli se ha bisogno di qualcosa, se sente freddo e se ha mangiato abbastanza.
E mentre San Pietro s'affaccia alla Porta, Dio dietro gli dice "fammi passare". E Dio sorpassa san Pietro e corre a riscontrare l'ammazzato sulla nuvola di fronte, mentre i morti normali Dio li aspetta in osteria, quelli che s'ammazzano invece li va a prendere mentre arrivano, e poi li solleva in braccio perché già hanno fatto una fatica della Madonna in vita (altrimenti non sarebbero lì in quel modo così), e di camminare sulle nuvole glielo risparmia, il buon Dio, portandoli - appunto - Lui stesso in braccio. Perché camminare sulle nuvole non è come saltare sulle reti, signori miei, questa è una diceria che si dice ma io penso che sia invece come correre sulla neve.
E insomma, il significato è questo: dato che chi s'ammazza ha dimostrato una certa fretta d'arrivare lassù, anche Lui dimostra una certa fretta di portare l'ospite in osteria e offrirgli un bicchiere di vino rosso, che in un secondo può anche raddoppiare o diventare tre bicchieri, perché come moltiplica il vino Lui non lo moltiplica nessuno.
E magari dopo due o tre bicchieri di rosso di quello buono, m'immagino Aleandro che dice: "Guarda che io sono gay", e Dio gli risponde: "Figurati, io sono comunista".
"Alla salute!"
"Alla salute!" 
Saverio Tommasi
Vedi altre re