In ricordo di Aleandro Rudilosso

Per Aleandro Rudilosso
Tanti mesi sono passati, e il ricordo non si affievolisce..perdura, cresce e si consolida...
Nonostante il sole, 
nel mio cielo, continua a piovere. 
Sappiamo di tutto, barricati in mille certezze e convinzioni.
Stringiamo amicizie sconosciute, sui social, corriamo e corriamo ancora nella vita.
Poi arriva un mattino e ti svegli con gli occhi bagnati.


Tuo figlio non c'è piu...
E smetti di sognare i sogni da rincorrere.
Aleandro, Amore mio, ovunque tu corra, sei sempre nel mio cuore...

Dicono di te che eri un bellissimo cucciolo..
 Non trovo parole spiegare il vuoto che hai lasciato, e la tristezza e la malinconia......... Un giorno riuniremo la nostra grande famiglia e saremo felici come qui non abbiamo potuto esserlo ..
Non consola se dicono che tu viva in una forma diversa.
Ciao Aleandro

Aleandro Rudilosso

Il ricordo migliore che abbia ricevuto Aleandro, tra le mille cattiverie mediatiche che si sono dette contro di lui. 
Ho corretto solo l'età, lasciando qualche inesattezza per non cambiare il senso è contenuto di Saverio Tommasi, blogger e giornalista di straordinaria bravura.  
Si chiamava Aleandro, studiava arte e si è ucciso nei giorni scorsi. Aveva 15 anni, Aleandro, e abitava a 15 chilometri da Siracusa. Quella che vedete è la sua foto, di spalle, perché aveva un bel viso ma le spalle e il mare mi piacciono di più.
Un paio di giornali hanno scritto che Aleandro non aveva i soldi per comprare gli attrezzi da disegno che avrebbe dovuto portare in classe, il giorno dopo. 
Secondo altri giornali, e io credo di più ai secondi, Aleandro era gay e non aveva più voglia di sopportare le spade che ogni giorno lo trafiggevano. 
E così Aleandro ha legato una corda alla ringhiera, l'ha stretta intorno al collo e si è lasciato cadere.
Il prete che nell'omelia l'ha salutato dicendo  cose dubbie, io invece vorrei dirne una su cui potrete non essere d'accordo, ma almeno spero sia chiara.
Secondo me quando uno s'ammazza la notizia corre in Cielo e San Pietro s'affaccia alla porta del Paradiso per riscontrarlo all'arrivo, come fanno le nonne con i nipoti quando vengono a pranzo, che non vedono l'ora che il nipote arrivi per sbaciucchiarlo un po' e chiedergli se ha bisogno di qualcosa, se sente freddo e se ha mangiato abbastanza.
E mentre San Pietro s'affaccia alla Porta, Dio dietro gli dice "fammi passare". E Dio sorpassa san Pietro e corre a riscontrare l'ammazzato sulla nuvola di fronte, mentre i morti normali Dio li aspetta in osteria, quelli che s'ammazzano invece li va a prendere mentre arrivano, e poi li solleva in braccio perché già hanno fatto una fatica della Madonna in vita (altrimenti non sarebbero lì in quel modo così), e di camminare sulle nuvole glielo risparmia, il buon Dio, portandoli - appunto - Lui stesso in braccio. Perché camminare sulle nuvole non è come saltare sulle reti, signori miei, questa è una diceria che si dice ma io penso che sia invece come correre sulla neve.
E insomma, il significato è questo: dato che chi s'ammazza ha dimostrato una certa fretta d'arrivare lassù, anche Lui dimostra una certa fretta di portare l'ospite in osteria e offrirgli un bicchiere di vino rosso, che in un secondo può anche raddoppiare o diventare tre bicchieri, perché come moltiplica il vino Lui non lo moltiplica nessuno.
E magari dopo due o tre bicchieri di rosso di quello buono, m'immagino Aleandro che dice: "Guarda che io sono gay", e Dio gli risponde: "Figurati, io sono comunista".
"Alla salute!"
"Alla salute!" 
Saverio Tommasi
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Cosa dire ai figli


Cosa dire ai figli, quando li vediamo turbati. Molti psicologi trovano fiumi di parole. Potranno essere utili a fine motivazionale ma non serviranno tanto al nostro scopo. I figli, i nostri figli, sono distanti da noi, specialmente nell'adolescenza. Appartengono a questo millennio digitale, dove tutto è liquido.
L'unico mezzo che possiamo trovare, sono le parole del cuore.
E sicuramente, una frase, semplice, come:
""Il patto è stringerci
di più prima
di perderci ""
Puo venire in aiuto.

Prima di perdersi

prima di lasciarsi
prima di perdersi
bisogna dirsi
Ti amo da sempre



Breve pensiero, dedicato a mio figlio Aleandro e a tutti i ragazzi e ragazze che perdiamo improvvisamente.
Tanto desiderati è perduti in varie circostante, con una facilità che sa di un tremendo dolore.
In mare o montagna, in un incidente stradale, per un terremoto, per una qualsiasi disgrazia, o peggio, quando decidono di andar via.
Mille ragioni è solo una conclusione:
Veniamo smembrati nell'animo, la nostra vita appare insopportabile è incomprensibile. 




A mio figlio Aleandro

Quando perdi un figlio, aspiri che i cieli, 
diano la forza di accettare con serenità '
il dolore e le cose che non puoi più cambiare.
Scopri il tuo mondo congelato.
Vedendo correre la vita esterna scorrere in mille rivoli d'amore,
vittorie e sconfitte, 
difficoltà e soluzioni.
Cerchi riparo,
Non Piove, sono lacrime nell'anima, e di ripari in un Tavor, che non cura la chimica del cuore. 
Rimani nell'attesa senza più nulla da attendere.
Pesi e misuri l'assenza
dal piatto mancante,
la sedia vuota,
i sorrisi prestati,
le parole, forzate
senza senso.
Lo so che c'è solo un ombra notturna che ci separa.
come la luce di una stella lontana,
fragile è incerta,
come la brezza leggera d'autunno,
ma il tuo sorriso, figlio mio,
non smetto di ricordare.

Morte di un figlio: il vuoto

Morte di un figlio è i vuoti che lascia.

Nei giorni di festa affronto la normalità,
fatta dalle piccole cose, rendono piacevole la giornata.
La sfida arriva la sera,
con i suoi pesi nell'animo.
Il vuoto che si dilata e ricorda le dimenticanze, non le solide dimenticanze del cuore,
 ma quella irrimediabile che non dimentico mai,
 l'assenza e i suoi vuoti.
E la difficoltà di chi deve sopravvivere alla perdita di un figlio.




Ciao Aleandro